INTRODUZIONE

Il forestiero che nei giorni della Pasqua arriva ad Ispica, antica località iblea, trova una città addobbata a festa, con sfarzose luminarie, lunghe file di bancarelle colorate, bande musicali, strade affollate da elegantissime persone.
Ad Ispica, infatti, durante la Settimana Santa fede, tradizione e folclore si fondono, regalando spettacoli di grande interesse e bellezza.
La Settimana Santa Ispicese è preceduta dalle affollatissime funzioni quaresimali dei cosiddetti "Venerdì di Marzo", da una Via Crucis con Deposizione dell' Annunziata e dalle funzioni e processioni della Domenica delle Palme, nonché dal gran lavorio di Confraternite ed Associazioni in vista delle celebrazioni cruciali del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e della Domenica di Pasqua.
La Pasqua è la principale tra le feste religiose, preparata con impegno per giorni e giorni.
C' è già allora a Ispica una atmosfera particolare, c' è in tutti una agitazione nuova, un' ansia incontenibile che precede gli avvenimenti importanti.

E l' avvenimento importante per Ispica è la tradizionale celebrazione della Settimana Santa, i cui giorni di punta sono il Giovedì e il Venerdì, dedicati alla venerazione dei simulacri del Cristo flagellato alla Colonna e del Cristo con la Croce sulle spalle. I riti, commoventi e suggestivi, vengono celebrati davanti a vere maree di popolo, nelle basiliche di S. Maria Maggiore e della SS. Annunziata.
Il popolo ispicese, che si divide ancora oggi nelle diverse fazioni dei Cavari e dei Nunziatari, durante la Settimana Santa sente pienamente di ripetere gesti e usanze dei secoli passati, grazie alla fede e all' ardore religioso degli avi, tramandati da padre in figlio.
La Settimana Santa Ispicese ha origini antichissime: la tradizione vuole che un crocifisso in legno fosse venerato nella Chiesetta di Santa Maria della Cava, ancora oggi esistente, da Sant' Ilarione nel IV secolo dopo Cristo. Il volto e le mani di quel Crocifisso ligneo, scampate alle distruzioni iconoclaste, vennero non si sa il perché, a far parte di un Cristo legato alla Colonna che, miracolosamente risparmiato dall' immane cataclisma del 1693, fu poi trasformato dall' abile artigiano di Noto Francesco Guarino nell' attuale gruppo a tre statue, con macchinetta argenteo-dorata, che oggi viene venerato nella più volte centenaria festa ,che si celebra il Giovedì Santo, del SS. Cristo flagellato alla Colonna, da tempi remoti assai conosciuta nel circondario.
Ogni anno giungono da ogni parte per il Giovedì e il Venerdì Santo oboli pietosi al Cristo miracoloso, per grazie ricevute o per chiedere un miracolo.
E' festa di popolo: una moltitudine di gente assiste alle manifestazioni della Settimana Santa a Ispica. Alla folla di ispicesi si aggiunge lo stuolo di forestieri accorsi per il fascino e la fama delle processioni: caratteristico il lento incedere per le vie della città, al suono della "tràccola", dei pesanti simulacri portati a spalla da giovani gagliardi, mai stremati dal gradito sacrificio, al suono di elegie funebri suonate da orgogliose bande.
La presenza ammirata della cavalleria romana aumenta la spettacolarità dell' uscita del Venerdì Santo, mentre splende la bellezza del volto del Cristo alla Croce, opera sempre del Guarino, che riluce di pietà e amore.
La festa di Pasqua, spettacolo di folla sul corso Garibaldi, con la veloce corsa del Resuscitato incontro alla Madonna, porta nei cuori la gioia per la resurezione di Cristo, dopo la flagellazione e la morte di Croce. Al tramonto raffinati suoni all' Annunziata e bagliori sulla Forza di potenti fuochi d’artificio.

- Testo tratto dal sito Città di Ispica online.
- Foto tratte dal web.